BIKER AT WORK



RADUNO DELL'AIONA

Devo premettere che ho dato la mia adesione al raduno con molto scetticismo, come hanno detto altri come giustificazione: non mi piacciono i raduni.
Ho voluto partecipare solo perché non sono mai arrivato in cima a quel monte in bici, anche qui avevo le mie riserve: pensavo che la salita sarebbe stata quasi tutta a spinta.
Le mie attese si sono rivelate completamente sbagliate!
Ci incontriamo sul cavalcavia per il casello di Nervi Corrado, Paolo e io per sistemarci sulla mia auto, ci gratifica con la sua presenza Roberta che si accoda a noi per raggiungere le altre ragazze, non conoscendo la strada.  Sulla via per Borzonasca raggiungiamo presidente Giò e ci fermiamo tutti per un caffè ed io trovo il modo di litigare con la barista per la mascherina!
In effetti la strada per arrivare da Genova ai laghi di Giacopiane è lunghetta, specialmente ora con le condizioni disastrose delle nostre autostrade, e ci domandiamo se ne vale la pena.
Su al lago ci accoglie con la sua simpatia Pino, che io non conoscevo, "deus ex machina" della manifestazione. Ci confrontiamo subito con l'ottima organizzazione: ci vengono consegnati al momento i pass per posteggiare il mezzo intorno al lago e senza preamboli ne raccomandazioni noiose partiamo quando vogliamo seguendo il percorso, segnato in modo esemplare, che ci porta sino al passo della Spingarda (lo stesso percorso che abbiamo sempre fatto per il giro che ci porta intorno all'Aiona passando per il lago delle Lame). Dalla Spingarda saliamo verso il monte per un sentiero sorprendentemente fattibile specialmente con e-bike. Arriviamo sino all'altopiano roccioso del monte e cominciamo a spingere ma non per tanto ne con eccessiva fatica, poi scopriamo che se avessimo tenuto molto più a sinistra saremmo riusciti ad arrivare più facilmente. Sulla vetta a poco a poco arriva il mondo, una simpatica miriade di colori tra cui spiccavano quelli del Monte Fasce (meditate!). La discesa, all'inizio pietroni e erba, appena si infila nel bosco, una faggeta, diventa un meraviglioso e lunghissimo sentiero tracciato con sapienza che di così belli ne ho trovato pochi.Alla fine ci ricongiungiamo con gli sterrati che passano sopra il Mogetto e lago Lagastro. Purtroppo in quella zona mi si sfila una pedivella e nell'impossibilità di ritrovare il bullone di fermo, nonostante l'ingegno di Paolo che vorrebbe fissare la pedivella con un punzone ottenuto da un ramo di pino
(l'idea non sembrava malvagia) devo approfittare della buona volontà di Corrado che imbardato come un mulo mi traina,
con il provvidenziale cordino che porto sempre dietro, per le ultime salitine che ci sono sullo sterrato di rientro. Dopo poco inizia una nuova bellissima discesa per me inedita ma che Giò aveva già fatto parzialmente l'anno prima in salita.  Mentre gli altri si godono la discesa che ci riporta al luogo del raduno io arranco con un solo pedale e in parte ho anch'io il mio godimento.Nella meravigliosa pineta al lato della diga ci rifocilliamo con quanto di ottimo offre la casa, un particolare cenno alla Baciocca, una ottima torta di patate.
No, il mio pregiudizio era completamente sbagliato e se avessi seguito il mio pensiero avrei perso un'ottima occasione di divertimento.  Altre foto sulla chat

4 commenti:

  1. Vero anche io avevo dei pregiudizi sul raduno ma solo per la levataccia (mi sono alzato alle 5) e cmq ne e valsa la pena, contento di esserci andato... Rammarico di esserci stati in pochi, bei tempi quando riempivano i raduni con i nostri colori.....

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  2. Bene e bravi, tanto lo so che si riorganizza, con varianti del sapiente Paolo, per allungare il giro.

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  3. Bravo Mauro hai scritto tutto quello che c'era da dire e che ci siamo ripetuti durante il ritorno: giro non lunghissimo, grande motivazione di raggiungere gli oltre 1700 metri della vetta dell'Aiona mai affrontata sinora. E invece discese lunghe e spettacolari, il giro (quasi) perfetto... piccole noie meccaniche a parte.
    È già deciso di tornare, non vedo l'ora

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